La diagnosi di glaucoma e il monitoraggio dei pazienti affetti da questa patologia richiedono una valutazione accurata che solo un ambulatorio oculistico può garantire. È importante sapere che non basta la semplice misurazione della pressione oculare. Ecco una guida sintetica utile per comprendere i termini usati dall’oculista:
La porzione iniziale del nervo ottico viene chiamata “papilla ottica / disco ottico / testa del nervo ottico”. Nei pazienti con glaucoma, la papilla ottica spesso appare cava nella parte centrale e assume una forma a ciambella. In questi casi l’oculista può chiedere degli accertamenti per verificare se questa “papilla escavata” sia associata alla presenza di un glaucoma o se sia una caratteristica innocua del nervo ottico del paziente.
Il bulbo oculare ha una sua consistenza, che deriva sia dalle caratteristiche meccaniche dei tessuti che lo compongono, sia dalla produzione e filtrazione dell’umore acqueo. Valori di pressione troppo alti all’interno del bulbo oculare possono danneggiare il nervo ottico e causare il danno più caratteristico del glaucoma.
Attenzione: esistono forme di glaucoma in cui la pressione dell’occhio è normale e solamente con una visita oculistica è possibile cogliere gli altri segni del glaucoma.
È la misurazione della pressione oculare e si esprime in millimetri di mercurio (mmHg). Può essere misurata con metodiche non a contatto (tonometro a soffio) o con metodiche che prevedono un leggero contatto tra lo strumento e l’occhio. In quest’ultimo caso si tratta di una procedura non dolorosa e sicura dal punto di vista igienico grazie all’utilizzo di strumenti monouso.
È la misura dello spessore della cornea – la parte anteriore, trasparente, dell’occhio. Un valore di pachimetria elevato può portare a una sovrastima dei valori di pressione intraoculare, mentre un valore di pachimetria basso può portare ad una sottostima dei valori di pressione intraoculare.
Lo spazio fra iride e cornea (angolo irido-corneale) è essenziale per il ricambio dell’umor acqueo. In alcune forme di glaucoma questo spazio è fisicamente aperto (glaucoma ad angolo aperto), e questo rende difficile l’identificazione del meccanismo che ostacola il deflusso di umor acqueo. In altri casi questo spazio è stretto e, associato ad altri fattori di rischio, può portare al glaucoma ad angolo chiuso. La gonioscopia è la valutazione dello spazio irido-corneale effettuata dall’oculista tramite delle particolari lenti che vengo appoggiate sul bulbo oculare. La procedura non è dolorosa ma può comportare un leggero fastidio per il paziente. L’utilizzo di un collirio anestetico e di un gel trasparente tra l’occhio e la lente garantisce il comfort al paziente durante la procedura.
L’esame OCT permette di valutare l’integrità delle fibre nervose che costituiscono il nervo ottico e che risultano danneggiate nei pazienti con glaucoma. Lo strumento elabora un grafico che quantifica lo spessore delle fibre nervose. Inoltre l’esame OCT permette uno studio dell’angolo irido-corneale (vedi sopra) in maniera non invasiva.
La perimetria automatica computerizzata (PAC), o più semplicemente “campimetria”, è una metodica utilizzata nello studio del danno sensoriale conseguente a patologie del nervo ottico (glaucoma, neurite ottica, etc.) o della retina stessa (retinite pigmentosa, etc.).
L’esame riveste un ruolo fondamentale non solo per la diagnosi ma soprattutto per il monitoraggio di tali malattie, in particolare per quanto riguarda la malattia glaucomatosa. I dati dell’esame vengono riportati su un apposito grafico dove i punti luminosi non visti corrispondono a dei quadratini neri. La PAC è un esame non invasivo che richiede una buona collaborazione da parte del paziente.